07 Apr Le sorprese della Generazione Z
Dal settembre scorso insegno comunicazione in un istituto superiore, l’Accademia Symposium di Rodengo Saiano, Brescia.
La scuola ha sede in un luogo incantevole, un eremo francescano sulla cima di un colle in Franciacorta, tra boschi e vigneti. Ma ancora più apprezzabile del sito ospite è l’approccio verso gli allievi, quasi montessoriano per l’attenzione allo sviluppo della personalità e della creatività dei ragazzi.
La Symposium forma i futuri esperti in produzione agroalimentare e in turismo; il venerdì insegno loro le hard e le soft skill della comunicazione.
Ho iniziato le lezioni con molto entusiasmo ma qualche pregiudizio. Immaginavo i miei allievi come simpatici nichilisti con una certa tendenza all’accidia e una forte dipendenza dallo smartphone. Mi sono ricreduta.
Certo, da bravi nativi digitali non si separano mai dal loro telefonino, però intanto mostrano una concretezza e una capacità di sintesi che alla loro età mi era sconosciuta.
Forse mi si risponderà che sono sì concreti, ma emotivamente immaturi.
Ne siete sicuri? In un’esercitazione su vision e mission personali si sono espressi con lucidità e consapevolezza; idem quando ho chiesto loro di descriversi attraverso pregi e difetti.
Ho ricevuto risposte puntuali, persino disarmanti nella loro franchezza, quando ho proposto giochi di ruolo sull’empatia, l’ascolto attivo; mi ha quasi commossa leggere alcuni loro lavori sulla life list, la lista delle cose da fare prima dei 30 anni. Nonostante la giovane età, hanno saputo guardarsi dentro e manifestare i loro sentimenti con genuinità e spirito autocritico.
Dal mese scorso l’insegnamento a distanza ha reso pressoché impossibile utilizzare i giochi di ruolo: ho deciso allora di puntare sulle hard skill, parlando loro di come nasce un brand, dell’importanza di un buon logotipo; stiamo sperimentando insieme app di grafica. Anche in queste occasioni emerge puntuale la loro curiosità e voglia di mettersi in gioco.
Essendo madre di un ventenne dovrei conoscere bene la GenZ. Eppure questi ragazzi riescono ogni volta a stupirmi e a confermarmi di essere altro dalle creature indecifrabili che talvolta soppesiamo e frettolosamente condanniamo.
Prego allora voi, genitori e no, di sospendere il giudizio e di osservarli con la massima apertura di cuore. Forse non sono esattamente come li avevate immaginati, quasi sicuramente sono molto di più.
A me questi ragazzi stanno dando tanto, tantissimo; più di quanto, nonostante tutto il mio impegno, possa dare loro.
Nella foto, il convento dei frati francescani a Rodengo Saiano, sede dell’Accademia Symposium (archivio AS).